Nella notte ci guidino le stelle
Un campo sperimentale di riso geneticamente modificato (ad opera dell’Università di Milano) è stato sabotato in provincia di Pavia. Dopo tanta canea mediatica e un così intonato coro di indignazione contro quel gesto, lasciate che diciamo due parole anche noi.
Qualsiasi scienziato con la schiena diritta dovrebbe ammettere che la cisgenesi non cambia nella sostanza l’approccio della transgenesi, e che il tanto acclamato metodo delle cosiddette forbicine molecolari è in realtà una manipolazione genetica a dir poco grossolana con esiti imprevedibili.
Mentre qualsiasi contadino con la schiena curva dalla fatica dovrebbe ben sapere che i brevetti di Monsanto & company o qualsivoglia attività di manipolazione genetica sono un attacco alla biodiversità e un’arma in più nelle mani dell’agroindustria, di quel modello produttivistico e monoculturale che in giro per il mondo ha causato asservimento e dipendenza degli agricoltori nei confronti delle multinazionali sementiere.
I campi di OGM transgenetico impiantati in Europa vent’anni fa hanno subìto plurimi sfalci, con il plauso di quella parte della società che sapeva riconoscere amici e nemici dei contadini. Ora la confusione regna sovrana, con sindacati agricoli e associazioni sedicenti ecologiste che plaudono all’introduzione dei brevetti cisgenetici in Europa, come se non si trattasse di OGM, come se dietro a tutto questo non ci fossero i soliti noti.
Qualcuno ha agito nottetempo, sfalciando un campo sperimentale di 30 metri quadri di riso, protetto da recinzioni e da telecamere. Lo ha fatto nella notte perché un atto di coraggio, che parla al cuore di chi ama veramente la terra e l’autonomia contadina, deve essere anche sicuro, preciso e non può attendere che un’opinione pubblica addormentata ed una classe politica asservita prendano una posizione attraverso qualche decreto. Nella prospettiva di una mobilitazione ampia e dal basso, che sappia fare luce sulle grandi menzogne del nostro tempo, salutiamo chi ha compiuto questo gesto, consci che l’azione di pochi è necessaria quando domina l’immobilismo di troppi. Se è vero che è una goccia nell’oceano, spetta a noi estendere la lotta, amplificarne la comprensione, fare breccia contro l’oscurantismo scientista e i suoi apprendisti stregoni.
Ci aspettano tempi difficili. Nella notte ci guidino le stelle (e non gli smartphone). Come ci è capitato di scrivere, e alcune mani anonime hanno già cominciato a fare, si tratta di sradicare le tecno-piante prima che i loro programmatori sradichino ogni seme di autonomia e di libertà.
Rovereto, giugno 2024
Collettivo Terra e Libertà