Riceviamo e pubblichiamo. Certe falciature, oltre a contrastare concretamente le nocività ecologiche e sociali, aiutano a separare il grano dell’autonomia dal loglio del conformismo tecno-scientista.
IO STO CON LE FALCIATRICI
Qualche giorno fa, nella notte, alcune persone si sono prese il compito di andare a distruggere, FALCIARE, pesticciare, profanare la parcella dove vegetavano ignare le povere piantine di Ris8imo, infierendo senza pietà sui cadaveri dei giovanissimi promettenti germogli.
Il RIS8IMO è una selezione speciale di riso TEA che l’Università di Milano stava coltivando in campo aperto in accordo con la proprietà dell’azienda che ospitava la sventurata sperimentazione. Azienda nota nell’imprenditoria agraria della Lomellina amministrata da personaggi di spicco nella locale ConfAgricoltura.
Immediatamente dopo il “folle gesto” si sono dispiegate le armate della ormai abituale dis-informazione:
Nessun parere contraddittorio, nessun dibattito, nessuna voce che restituisse ad un gesto di evidente protesta (disperata), se pur illegale, la sua spettante legittimità politica, ecologista, sociale e ambientale. Eppure di voci “diverse” ce ne sono a bizzeffe, anche autorevoli, nei vari specifici settori. Voci che mettono in allarme, criticano, e invocano un ragionevole principio di precauzione invece di far entrare dalla finestra, in sordina mediatica, quello che venti anni fa fu buttato fuori dal portone principale, gli OGM. Ma i Tea non sono OGM, dicono alcuni, certo che lo sono dicono molti altri. Molto meglio ignorare, andare avanti a testa e profilo basso.
Parole grosse, invece, hanno visto la luce in appassionati pezzi di grande giornalismo e in altrettanti interventi dei soliti espertoni (Chicco Testa in testa appunto), parole come delinquenza, eco-terrorismo, criminalità, violenza oscurantista, dementi luddisti, personaggi squilibrati che hanno appena finito la caccia ai mammut, gesto sconsiderato di un manipolo di deficienti amanti delle caverne, personaggi tetri e isolati, si ipotizza addirittura il folle gesto di un maniaco che per sue personalissime paranoie odierebbe il progresso (inarrestabile comunque, questo è ben specificato) e le sue magnifiche ricadute di benessere sotto gli occhi di tutte.
Condanna subito! e già si intravedono spalancate le porte dei gulag e si ode il latrare dei cani eccitati dalla caccia alle streghe.
Condanna subito che, devo dirlo, arriva anche da voci ritenute amiche, voci di alcune realtà ambientaliste che pur criticando lo spregiudicato uso dei TEA-NUOVI OGM e combattendo contro lo strapotere delle multinazionali e bla bla bla bla, erano giustappunto vicinissimi ad importanti traguardi nella complicatissima mediazione che il gesto così antipatico, violento e illegale ahimè allontana. Vecchissima maledetta storia purtroppo!
Equilibri, convenienze, trattative (sempre al ribasso), riformismo e niente di fatto. Incentivi, finanziamenti a progetti, carriere in bilico, fin qua si può dire, oltre no, rompe alcune alleanze… Che noia mortale!!!
Ma iniziamola dal principio questa maledetta storia.
Da sempre le sementi hanno viaggiato insieme alle contadine e ai contadini che le hanno selezionate, migliorate, conservate e tramandate GRATUITAMENTE mettendole liberamente a disposizione delle comunità e del mondo intero. Poi è arrivato il capitale, lo sviluppo, l’industria che si è impossessata della “ risorsa cibo” divenuta strategica per nutrire città, fabbriche, guerre e intere nazioni e ha fatto accumulare montagne di denaro nei forzieri di pochi pescecani.
Ecco che le sementi hanno sospeso il loro viaggio con le contadine e sono emigrate nei laboratori, lì si sono trasformate inizialmente in “risorsa” per i popoli, poi per gli Stati poi ancora in “patrimonio genetico” a disposizione della Scienza, che, ci dicono, sia degli Stati e sia al servizio di tutti ma non è vero ed infine hanno imboccato l’autostrada delle privatizzazioni neoliberiste.
Brevetti, brevetti, brevetti, la proprietà privata si estende a tutto il vivente, al seme, alle piante che nasceranno da quel seme e che dovranno avere TUTTE le stesse caratteristiche oggetto del brevetto (lealtà commerciale e serietà professionale, che cazzo!).
Seguitando il mantra della rivoluzione verde e della green economy anche nel caso degli OGM-TEA ci dicono che sono importanti per produrre più alimenti necessari all’aumento demografico, oggi hanno un’altra emergenza da fronteggiare (poco importa se ne sono i maggiori responsabili, nessuno lo dice), il cambiamento climatico . Balle su balle su balle: la produzione industriale del cibo non ha mai risolto nessuno dei problemi che annuncia di voler risolvere e che in alcuni casi ha addirittura lei stessa creato.
I brevetti sulle sementi sono il paradiso di chi si vuole accaparrare tutto e l’inferno della biodiversità e della natura stessa.
Il paradiso per i soggetti forti, centralizzati e potenti, l’inferno per le piccole economie di villaggio e per quel che resta del mondo indigeno-contadino.
Ci sono persone, scienziati, biologi, ricercatori molto più preparati di me che potrebbero argomentare come l’epigenetica si contrappone al riduzionismo che vede il DNA come un qualcosa di semplicemente manipolabile a nostro piacimento con geni portatori di caratteri slegati dall’ambiente circostante e fissi in qualsiasi situazione essi siano. Manipolare certe cose potrebbe essere un pericolo per l’equilibrio ambientale dentro al quale siamo immersi e potrebbe portarci a conseguenze incalcolabili e devastanti, valutabili solo fra alcune generazioni.
Perché correre questo rischio?
Il riduzionismo applicato alla microbiologia è come il principio delle tecniche impiegate nella produzione industriale del cibo: adattare la propria terra, il proprio ambiente, il proprio agroecosistema alla cultivar prodotta nei laboratori attraverso input esterni (concimi chimici e pesticidi ) che l’agricoltore acquista, quasi sempre dagli stessi che producono la selezione delle sementi o delle piante coltivate.
Un bel gioco che porta acqua ai mulini delle multinazionali che ormai sono in grado di condizionare pesantemente la ricerca semplicemente finanziandola e creando un circolo vizioso fra sperimentazione, divulgazione, formazione e informazione o non-informazione come in questo caso. La produzione della ricerca scientifica oggi è fortemente condizionata da questo sistema.
Le peggiori multinazionali responsabili delle devastazioni ambientali e sociali in atto per accaparrarsi l’intero vivente, in questo caso con i brevetti sulle varietà da loro INVENTATE (???), produrranno sementi brevettate a caro prezzo per i contadini che dovranno anche subire l’inquinamento delle loro sementi originarie. Anche la riproduzione, oltre alla produzione, delle proprie piante subirà forti limitazioni con questo sistema che viene propagandato come utile per una ipotetica quanto falsa diminuzione dell’uso dei pesticidi e aumenti produttivi.
Tutto questo non è sufficiente per avviare un confronto politico sull’uso e l’introduzione nella nostra catena alimentare e nell’ambiente stesso di sostanze potenzialmente pericolose e che comunque generano monopoli, sfruttamento e assoggettamento, l’esatto opposto dell’autodeterminazione territoriale e alimentare delle popolazioni ?
Non è fortemente riduttivo condannare un gesto di protesta che evidentemente si trascina dietro la mancanza di questo confronto e il totale rifiuto delle ragioni di una grandissima parte della popolazione che non si esprime semplicemente perché non è informata?
Venti anni fa la grande distribuzione organizzata (UNICOOP in testa) con le grosse associazioni ambientaliste (Legambiente in testa) e i grandi sindacati agricoli (Coldiretti in testa) distrussero l’avanzata in Europa degli OGM evidentemente solo per questioni di marketing, oggi dove sono costoro, dove li hanno portati le loro convenienze? Tutto tace e, nella notte, qualcuno prova a squarciare questa cappa di nebbia che impedisce la visuale e attenua i sensi.
Facciamoci sentire, stiamo dalla loro parte e proviamo ad avviare questo contraddittorio e cerchiamo di contrastare l’avanza di questa ennesima nocività con la quale non finiremo più di dover convivere.
La distruzione del campo sperimentale di Ris8imo non è stato un atto di terrorismo ma un legittimo tentativo di fermare un disastro ecologico mascherato da operazione green. Esiste un dissenso informato e capace di argomentare il proprio pensiero ed invocare il diritto di precauzione per il bene dell’intera collettività. Altro che oscurantismo, l’oscurantismo scientista è quello di chi utilizza fondi pubblici per portare acqua ai mulini delle imprese private (multinazionali) del settore sementiero e agrotossico.